MARSALA
Adagiata
sul capo che porta l'antico nome della città, Lilybeo (da
Lily, acqua e Beo, Eubei, presunti abitatori pre-fenici), Marsala
è forse stata fondata nel 397 a.C. dai Fenici fuggiti da Mozia dopo
la sconfitta subita dai siracusani. Il nome attuale deriva probabilmente
dall'appellativo arabo Marsah el Ali, porto di Ali, a testimonianza
della sua importanza come città di mare. Ed è proprio al suo porto
che è legato uno degli avvenimenti più significativi della sua storia:
lo sbarco dei Mille in Sicilia, guidati da Garibaldi.
La
mescolanza di genti (molti i tunisini), il porto, i vicoli tutto
concorre a dare l'impressione di trovarsi improvvisamente proiettati
in una città africana. La città si anima nel periodo di Pasqua ed
in particolare con la processione del Giovedì Santo
che ripercorre le tappe della Via Crucis nelle strade del centro
(protagonisti sono uomini e donne che incarnano i vari personaggi).
Alla sera si svolge poi la sacra rappresentazione della Crocefissione
e della Resurrezione.
Il
centro - Il cuore della città pulsa intorno a piazza della
Repubblica, delimitata dalla cattedrale e dal Palazzo Senatorio,
detto la Loggia, terminato nel '700. La piazza si affaccia su corso
XI Maggio, antico Decumano Maggiore della città romana, fiancheggiato
da bei palazzi. Ad angolo retto parte verso sud via Garibaldi, chiusa
dall'omonima porta e fiancheggiata dal Municipio, ex quartiere militare
spagnolo. Alle spalle di quest'ultimo si tiene, ogni mattina, il
mercato del pesce. La continuazione a nord prende il nome di via
Rapisardi ed è delimitata da bei palazzi settecenteschi e dalla
secentesta chiesa del Collegio.
Cattedrale
- Edificata in periodo normanno, ma rifatta nel '700, ha un'imponente
facciata in tufo arricchita da statue. All'interno sono conservate
numerose opere dei Gagini tra cui spicca no una bella icona di Antonello
Gagini e Berrettaro (abside sinistra) e, nel transetto destro, una
delicata Madonna del Popolo, di Domenico Gagini (1490). Sopra quest'ultima,
una bella tela rinascimentale di Antonello Riggio raffigura la Candelora
(purificazione di Maria al Tempio).
Museo
degli Arazzi - E' ospitato nei locali retrostanti la cattedrale.
Ingresso da via Garraffa. La collezione consta di Otto grandi
arazzi fiamminghi del '500 raffiguranti momenti della guerra di
Tito contro i Giudei. La vivacità di colori e la ricchezza compositiva
si estende, oltre che al soggetto centrale, anche agli alti bordi
decorati da fiori, frutti e figure allegoriche. Particolarmente
vivace il sesto arazzo che riproduce un momento di lotta comunicando
un intenso senso del movimento.
Museo
Archeologico di Baglio Anselmi - Ospitato all'interno di un
vecchio stabilimento vinicolo progettato da Basile, il museo custodisce
il relitto di una nave punica (III sec. a.C.) recuperata nel 1969
nei pressi di Mozia. E' probabilmente una "liburna", veloce nave
da guerra lunga 35 m, che si suppone sia stata affondata alla fine
della Prima Guerra Punica, nella battaglia delle Egadi (241 a,C.).
L'analisi della struttura ha permesso di stabilire la tecnica costruttiva
dei Fenici, che prevedeva l'utilizzo di pezzi prefabbricati contraddistinti
da lettere.
Incredibile è la lega con cui venivano fabbricati i chiodi che tenevano
insieme le assi: dopo più di 2000 anni in mare non presentano traccia
di ossidazione. Il museo raccoglie inoltre significativi reperti
che raccontano la storia di Marsala e delle zone limitrofe dalla
preistoria al Medioevo. Particolarmente interessanti le vetrine
dedicate a Mozia ed alcuni gioielli d'età ellenistica finemente
lavorati ritro vati allargo di Capo Boeo.
Insula
di Capo Boeo - Alla fine di vie Vittorio Emanuele, sul capo.
Si tratta dei resti di tre insule romane. Una di queste era quasi
interamente occupata da una grande villa del periodo imperiale (III
sec. d.C.) dotata di terme private. Si distinguono ancora alcuni
dei mosaici che ornavano i pavimenti e i suspensoria, i pilastrini
che, tenendo sollevata la pavimentazione, permettevano la circolazione
d'aria calda. L'area era delimitata da strade pavimentate in pietra
bianca di Trapani. Poco oltre si eleva la Chiesa di S. Giovanni
fuori le Mura che racchiude il leggendario antro della sibilla
Lilibe.
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